A Dumaguete dopo un anno: il grande abbraccio delle bambine a Carla
Eccomi qui, da qualche giorno a Dumaguete, nella Casa Famiglia con le bimbe che tanto amo.
Non c’è Internet questa volta per cui non ho potuto trasferirvi le immediate emozioni del mio ritorno a casa, la mia casa filippina.
Dall’aeroporto dritti a scuola a prendere le bambine al termine delle lezioni. L’abbraccio di tutte loro mi ha avvolto con la grande tenerezza di cui sono capaci.
Che gioia! Temevo che il lungo periodo di assenza (più di un anno) ci avesse allontanate e invece… come se ci fossimo lasciate ieri abbiamo ripreso il discorso interrotto. Non solo! Mi chiedevano e ancora mi chiedono di Ate Claudia e Ate Bonnie (zia Claudia e zia Bonnie) che sono state qui con me l’ultima volta e Kuya Vittorio (zio Vittorio) la volta precedente e non hanno dimenticato la condivisione della vita familiare fatta di amenità, giochi e chiacchiere ma anche studio e impegno nella vita quotidiana.
Bisogno di affetto? Sì certo, come tutti noi. Soprattutto, però, capacità di darne perché nel contesto in cui vivono questo è l’ingrediente principale. Le attenzioni e le cure che ricevono (forse non erano poi così tanto abituate a riceverne precedentemente), oltre al sostegno negli aspetti più pratici e concreti, le hanno rese più attente al rapporto con l’altro.
Troppo idilliaco? Tranquilli! Non mancano la vivacità infantile e la crisi adolescenziale, le liti e i capricci, le marachelle e gli insuccessi scolastici. C’è tutto quello che è presente in una sana famiglia con problematiche, soluzioni adeguate, risultati confortanti e delusioni.
Come le ho trovate? Cresciute, sorridenti e più tranquille, ma Francesco mi mette in guardia di fronte a questa quiete inusitata in attesa della prossima perturbazione.
A vivacizzare l’atmosfera comunque ci pensano i nuovi arrivi con Diana Rose e Ivan ormai esperti nell’arte del gioco vivace e turbolento.
Anche housemothers e workers mi hanno accolta con affetto e simpatia, come una vecchia amica. Bello vero? La mia famiglia filippina non mi ha delusa e sta diventando sempre più “famiglia” poiché tutti coloro che collaborano si impegnano nei risultati nonostante le difficoltà di percorso e gli inevitabili insuccessi.
Non posso non citare Selene, la volontaria che è qui da mesi. Si muove con destrezza nei meandri dell’agire quotidiano e con dolce discrezione ha conquistato i cuori di molte bimbe con la sua tenera disponibilità. È una cara compagna di viaggio.
Qualche nota di tristezza: non ho ancora conosciuto Princess Mae che da settimane è in ospedale. Uscirà domani finalmente guarita. Ieri siamo andati a trovare Gliou Mae nella casa in cui è ritornata. Casa? Capanna precaria in un luogo sperduto. Non servono commenti, solo riflessioni.
Ecco l’avventura è iniziata! A presto!
Carla