Alessandra, architetto in Casa Famiglia: “Sono partita un po’ per caso, ma è stata la scelta migliore della mia vita”
È difficile mettere per iscritto e condensare in poche righe questa esperienza nella Casa Famiglia di Calabnugan.
Si parte con tante incognite e si torna con tante certezze. Prima fra tutte: Francesco e Flora che trasmettono così tanta forza e tenacia da farti sembrare che sia tutto possibile. Comprendi che insieme e con perseveranza, battendosi ogni giorno per quei diritti spesso negati, si può sempre fare qualcosa per quelle parti di mondo più sfortunate.
Questa è stata la mia prima esperienza di volontariato, ho trascorso 19 giorni in Casa Famiglia e penso di avere dato sì qualcosa, ma di aver ricevuto molto di più.
Le bambine con i loro sorrisi a denti bianchi, i loro abbracci, i loro capricci ti danno ogni giorno carica ed energia. Con loro si gioca, si parla, si corre per casa, si fa trekking, si va al mare, si vedono film il sabato sera, si prepara la pizza per la domenica o la pasta per il martedì. Insomma, si diventa fin da subito la loro Áte, la zia, la sorella maggiore.
In casa mi sono messa a disposizione, ho donato tempo e competenze, mi sono occupata anche della progettazione e dell’ampliamento degli spazi della cucina e della zona lavanderia, confrontandomi con le esigenze della Casa Famiglia e con l’esperienza locale di Edward, amico-ingegnere prezioso per Isla ng Bata. Sono venuta a conoscenza dell’interesse di Charlyn (una delle ragazze accolte in casa) per l’architettura e ci siamo divertite insieme: le ho fatto delle brevi lezioni sulla dimensione degli spazi e la loro rappresentazione dopo averli misurati dal vero. È stato bello vedere, nei suoi occhi, il coinvolgimento per una passione condivisa.
Ringrazio tantissimo Sara ed Elisa, le volontarie del Servizio Civile Internazionale, che sono delle persone splendide e ringrazio Michela, la mia compagna di avventura (anche se troppo breve per lei, purtroppo) per avermi fatto conoscere Isla ng Bata – L’isola dei Bambini.